/ ARTWORKS
MOMO
(San Francisco 1974)
Cresciuto in California, MOMO ha vissuto nomade per la maggior parte della sua vita da adulto: anni tra una grotta, un camion e una tenda, poi sei anni a New York e lunghi soggiorni in Europa e in America Latina. È entrato a far parte di una crew di graffiti mentre viveva in Spagna, nel 1999. L’esperienza di vita outdoor lo ha iniziato ai grandi murales post-graffiti – quelli per cui è più noto – che l’influenza dei colori caraibici ha arricchito dei colori più vividi. Nel 2006 si fa notare per “A Tag the Width of Manhattan”, una linea di vernice di 8 miglia – dall'East River al fiume Hudson – che, osservata da una prospettiva aerea, scandisce il suo nome: la più grande tag del mondo. Scala e sperimentazione sono parole chiave nell’arte di Momo; i suoi collage cromatici, astratti, optical, sono progettati su bozzetti digitali e poi realizzati con strumenti autoprodotti; nella sua estetica dominano la geometria, la serialiltà del segno e il rigore della composizione; si sente, nelle sue opere, l’influenza della cultura digitale, della musica rave, della codifica e dell'arte generativa, un'eredità piuttosto unica nella scena artistica urbana. Ha portato il suo lavoro nel mondo e ha ottenuto importanti riconoscimenti, anche museali.
ZEDZ
(Leiden 1971)
Olandese di nascita, ZEDZ è uno dei pionieri del writing e del writing 3D in Euorpa: Il suo primo graffito l’ha fatto a Leiden, sua città natale, all’età di 14 anni, nel giorno del suo compleanno. Laureato alla Gerrit Rietveld Art Academy di Amsterdam nel 1998, da allora si è distinto per la ricerca sulla forma ed il design nello spazio urbano sviluppando opere atemporali che fondono tipografia e architettura. Zedz progetta come un designer e possiede la manualità di un artigiano; le sue opere coniugano la cultura dei graffiti con un linguaggio più alto, la tecnica dello spray con la tecnologia del design vettoriale, e restituiscono spazialità ad un codice visivo – la lettera – nato su un piano bidimensionale. La produzione di Zedz è eclettica e comprende tele, serigrafie, stampe, sculture in legno, sculture in carta fustellata e grandi installazioni temporanee negli spazi urbani.
2501 / FRANCESCO IGORY DEIANA
(Milano 1981) / (Milano 1984)
Jacopo Ceccarelli, aka 2501 pratica il writng dall’età di 14 anni con i moniker di Never e Robot Inc. A 20 anni si trasferisce a São Paulo in Brasile per insegnare pittura ai bambini delle baraccopoli ed entra in contatto con l’estetica sudamericana, affinando il suo approccio alla pittura. Rientrato a Milano nel 2004 si dedica al web-design e alla motion graphic e studia montaggio cinematografico.Dal 2007, con lo pseudonimo di 2501, ha avviato una consapevole carriera artistica nella quale alterna pittura murale, pittura su tela, scultura e videoarte in una sperimentazione continua. L'identità dei suoi lavori è sospesa tra una visione mistica e spirituale – con radici nelle filosofie orientali – ed una dimensione emotiva, più istintiva. La sua arte è un combinato di gesto performativo e casualità: un’alternanza che mantiene la sua estetica in equilibrio tra pulizia formale e caos, nella realizzazione di esperienze, percorsi e figure immaginarie. Nelle sue opere, linee, forme e movimento – caratterizzate da una dominante di bianco e nero – si compongono liberamente in un dialogo tra pieni e vuoti solo a volte lascia spazio ad una predominanza di oscurità, come quando lavora alla serie “la macchina”.
Il suo lavoro site specific e più socialmente impegnato è in dialogo costante con la topografia urbana ed ha ottenuto riconoscimento in numerosi festival d'arte pubblica come O.BRA, Living Walls, ALTrove, Art United Us, Artmossphere Biennale, Walk & Talk, Wabash Arts Corridor, Outdoor, Mural, Traffic Design e Painted the Desert Project.
Nato a Milano, Francesco Igory Deiana vive e lavora a San Francisco. Si cimenta fin da giovane con i graffiti, ma la sua maturazione artistica avviene in California, influenzato anche dalla collaborazione con Clare Rojas e Barry McGee.
Il suo lavoro è un’elaborazione sofisticata di immagini astratte e di distorsioni digitali, con accostamenti cromarici ed estetici che rendono il suo lavoro molto iconico.
Realizza le sue opere a grafite, penna a sfera, spray can, pastelli a olio e candeggina su supporti come il cartoncino, il gesso e oggetti trovati. La ricerca creativa di Igory Deiana è costante, ripetitiva e ossessiva. In essa, il processo acquisisce un ruolo quasi predominante rispetto al risultato.
La sua opera esplora la crescente dipendenza dell’umanità dalla tecnologia.
EL SEED
(Parigi 1981)
Testimonial d’eccezione dell’arte contemporanea islamica, sposa l’immediatezza dei graffiti occidentali con la poesia e la sinuosità della calligrafia araba. Dipinge lettere, colore e movimento. Usa consapevolmente la sua arte come strumento di espressione politica. La sua poetica costruisce ponti tra le culture di tutto il mondo in cui ha portato il suo messaggio. Nato a Le Chesney, alla periferia di Parigi, da genitori tunisini, EL SEED ha realizzato il suo primo grande murale un anno dopo l'inizio della rivoluzione tunisina, nella città di Kairouan. Il suo lavoro è presente in molte parti del mondo ed è particolarmente apprezzato negli Emirati Arabi: ad Abu Dhabi ha dipinto il Municipality Building ed ha realizzato a Dubai una grande scultura al Nad Al Sheba district. Nel 2013 ha collaborato con Luis Vuitton alla realizzazione di capi di moda e di accessori.
Suoi importanti interventi site-specific su larga scala includono L'Institut du Monde Arabe a Parigi; le Favelas di Rio de Janeiro; la DMZ tra la Corea del Nord e la Corea del Sud; i bassifondi di Cape Town; e il cuore del quartiere dei netturbini del Cairo. Nel 2017 ha vinto il Premio Sharjah dell'UNESCO per la cultura araba.